Si può parlare in tanti modi d’amore. Si può parlare in tanti modi di Pasolini. Parlare dell’amore in Pasolini non restringe il campo di una virgola.
Evidentemente l’amore, in una delle sue innumerevoli forme, ha giocato una parte nell’episodio della sua morte il 5 marzo di quarant’anni fa.
Tuttavia anche quella tra gli italiani e l’amore non è una storia da poco. Mischiate tutto e vi usciranno fuori i Comizi d’amore, docufilm del 1965 in cui lo scrittore bolognese visita i luoghi più disparati – lidi balneari, fabbriche, coltivazioni, piscine – per chiedere agli italiani di ogni luogo, età, estrazione sociale cosa sia l’amore e cosa il sesso, due concetti piuttosto distanti a quanto pare.
Sottotemi: divorzio, prostituzione, omosessualità.
Un film che dice qualcosa dell’amore, ma dice tantissimo di quel fascio granitico di tradizioni che era la nostra cultura all’alba della società dei consumi, opportunamente declinabile in luoghi comuni da sfatare o patrimonio da preservare. Resistenze buone e cattive, ancora oggi. Chi può dire quali siano quali?
E’ un vero piacere vedere e sentire tanti connazionali dire la loro. Viene da chiedersi perché non si faccia anche ai giorni nostri.
Nel documentario troviamo di tutto. L’Italia in comizio e una diffusa aria di cantiere, di confronto: chi ama per piacere, chi per dovere, chi per amore. Giovani, operai, Moravia, capitreno, figli di papà e figli di mammà; la Fallaci. Ci sono i conformisti che si scandalizzano e gli intellettuali che si scandalizzano dei conformisti. Se il milanese lo fa per hobby (inteso come svago post lavoro), il calabrese è “gialòso” e lo fa per onore: specchi opposti.
In mezzo a loro, l’italiano che non ti aspetti, che mostra il dubbio e un pensiero pragmatico oltre gli schieramenti: insospettabilmente progressista.
Ma la cosa più bella è che ognuno si espone: c’è vita.
Deboli le parti di pistolotto moraleggiante e in particolare quelle sulla purezza del mondo contadino. Interessante il resto.
Tra le altre cose, un intellettuale engagé e la storia del suo amore più dissimulato e sofferto: Pasolini e l’Italia.
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